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Nuri il primo razzo spaziale lanciato dalla Corea del Sud

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Nuri il primo razzo della Corea del Sud

 Il 21 giugno 2022 la Corea del Sud ha assistito in diretta al lancio di Nuri il primo razzo della Corea del Sud progettato, costruito e mandato in orbita dal Paese. Il quale diventa così il settimo al mondo a possedere una tecnologia tale. Un suo primo lancio, programmato e tentato nell’ottobre del 2021, era risultato in un fallimento. 

La Corea del Sud è da anni famosa per essere un leader nella costruzione e nella progettazione di componenti tecnologici, con i migliori ricercatori impiegati nelle università. Non fa eccezione il campo aerospaziale: dal 1994. Ad oggi la nazione ha lanciato ben 16 satelliti in orbita, progettati proprio sul suolo sudcoreano. La maggior parte di questi, con i nomi di Arirang e Cheollian, servono per osservazioni meteorologiche e marine. 

La novità dell’evento del 21 giugno 2022, però, consiste nel fatto che, per la prima volta, la Corea del Sud è stata in grado di effettuare il lancio sul proprio territorio. Fino ad ora, infatti, aveva dovuto avvalersi delle stazioni di lancio russe, statunitensi, giapponesi e kazake. Il progetto del lancio di Nuri parte nel 2010, con un investimento di circa 1,6 miliardi di dollari in totale. 

Nuri il primo razzo della Corea del Sud: KSLV-II

Il KSLV-II (nome identificativo di Nuri) ha mosso i primi passi 12 anni fa, con l’inizio del progetto. Ma il processo ha subito sin da subito diverse battute d’arresto: nell’ottobre del 2014 prima con dei test fallimentari per l’accensione dei motori. Nell’agosto del 2015 poi con il ritardo nella consegna del propellente necessario per far funzionare tali motori. La ricerca non si è comunque fermata, così il 3 maggio del 2016 i motori di 75 tonnellate di Nuri si accendono con successo, diventando il suo “battito cardiaco”. 

A novembre del 2018 viene testato un primo lancio con un razzo sostitutivo, con esito successivo. Così, il 15 gennaio 2020 il Ministero della Scienza e TIC (MSIT) e l’Istituto di Ricerca Aerospaziale della Corea (KARI) hanno annunciato pubblicamente il progetto di Nuri. Il veicolo di lancio spaziale coreano (ovvero KSLV) sviluppato usando solamente tecnologia domestica. Si tratta di un razzo in grado di lanciare dei satelliti nell’orbita terrestre bassa, a circa 600-800km dalla Terra. Il lancio del razzo spaziale viene organizzato per il mese di ottobre del 2021 nel centro spaziale di Naro, dopo oltre 100 test su resistenza e affidabilità dei 7 motori. 

Un brutto fallimento ti Nuri

Tale lancio, però, si risolve in un fallimento: il terzo stadio di Nuri smette di funzionare prima del previsto, non permettendo al satellite che trasportava di essere posizionato in orbita. Vengono subito avviate delle indagini su cosa sia andato storto, e il progetto prosegue fino a giugno 2022, quando viene programmato il secondo lancio. 

Il secondo lancio ha finalmente successo: il primo stadio di Nuri si è sganciato a 62km di altezza, poi la sua carena ed infine, il secondo stadio, che si è distaccato a 273km. Il terzo stadio ha raggiunto il suo scopo, posizionando i cinque satelliti che trasportava a 700km dalla Terra come pianificato. Il razzo, inoltre, conteneva anche un missile di verifica delle performance che ha permesso di controllarne i parametri. L’evento è stato seguito in diretta sia sui principali canali televisivi della Corea del Sud, che sul canale YouTube del KARI. 

Il risultato del lancio di Nuri è stato accolto positivamente non solo dalla popolazione, ma anche dal mondo della politica. Il neoeletto presidente Yoon Sukyeol, infatti, ha dichiarato che questo evento apre una nuova strada per la ricerca spaziale del Sud Corea. Anche il Ministro della Scienza, Lee Jongho, ha sottolineato come la riuscita del lancio sia un passo epocale non solo per la tecnologia, ma anche per la storia della Corea del Sud. 

La Corea del Sud ha quindi annunciato di avere in programma altri quattro lanci di test entro il 2027, e forse in pianificazione c’è anche l’atterraggio di una sonda sulla Luna entro il 2030. 

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